La mia recensione a SIN, di Alessandro Vizzino

downloadCaro Visitatore,

Ognuno di noi ha un peccato, anche se molti non lo sanno.

Questa frase riassume tutto il senso di SIN, opera di pregio di Alessandro Vizzino. Nonostante la conoscenza e l’amicizia che mi lega a lui, cercherò di essere il più oggettivo possibile in questa recensione, e l’oggettività sta nel dichiarare che è un romanzo che ti cattura dalle prime righe e, in un mix di adrenalina e suspance, ti trascina prepotentemente attraverso tutte le sue seicento pagine.

L’editore è MJM. L’ho letto in versione cartacea, ma è disponibile anche in e-book. Notizie ulteriori sull’autore possono essere trovate sul suo sito internet.

Un po’ di sinossi, anche se a completamento della stessa puoi trovare il video trailer del libro in fondo a questo post: Ognuno nella vita ha almeno un peccato. Ma non tutti lo sanno. Mezzo secolo avanti, in un mondo diverso. Alcune persone si ritrovano in un luogo ignoto ed enigmatico. Non si sono mai viste prima, ma pian piano cominceranno a rintracciare i vari fili di congiunzione che le legano indissolubilmente l’una all’altra. In un abisso denso d’intrighi e misteri, cercheranno di sopravvivere alla ferocia di un cinico aguzzino. Tenteranno di far galleggiare la loro esistenza al disopra di una morte cingente e dilagante. Sullo sfondo, un grande affare internazionale, che coinvolge anche la Chiesa. Soltanto alla fine ogni cosa apparirà chiara. E il peccato emergerà dalla melma. Una conclusione scioccante, su cui riflettere. Un romanzo ritmato, intenso, incalzante. Seicento pagine di passione e adrenalina allo stato puro. Un’opera thriller ampia, corale, unica. Un’opera in cui ciascuno è protagonista e nessuno è comparsa. Un’opera d’enorme originalità e impatto, che tuttavia non disdegna molteplici punti d’analogia con importanti lavori della letteratura thriller-noir o del cinema (Angeli e demoni, Io uccido, Cube, Saw, Seven).

Ho letto questo romanzo durante le vacanze estive a Misano Adriatico, questo vuol dire che ha aumentato notevolmente il peso del mio bagaglio (600 pagine sono un bel mattoncino…). Mi ero ripromesso di leggerlo la sera, in modo da non dovermelo caricare nello zaino durante gli spostamenti in bicicletta (mezzo di trasporto ottimale a Misano), ma si sa che se per un intero anno il tuo editore e amico ti incalza a leggere il suo romanzo per avere un’opinione e tu non esaudisci il suo desiderio, perché preso a leggere altro per recensioni e per le interviste a Radiovortice, la legge dantesca del contrappasso si attiva inesorabilmente! E dato che Alessandro sa scrivere e sa farlo dannatamente bene e sa soprattutto inventare thriller di livello, ti ritrovi a trascinarti SIN ovunque, alla faccia del peso! E lo finisci, da vero recordman, in quattro giorni, preso come sei dalla lettura (complice anche un bell’acquazzone che per un intero giorno non mi ha fatto uscire di casa…).

Un po’ di storia, ma non pensare che ti rivelerò qualcosa! 😉 Se deciderai di leggerlo, dovrai lasciarti trascinare in questo vortice di intrighi, delitti scellerati, suspance e adrenalina.

Innanzitutto, è apprezzabile la scelta di ambientarlo in un futuro lontano, perché Vizzino ha avuto così modo di ipotizzare uno dei mondi possibili e di inserire qualche chicca di gusto (l’aeroporto statunitense Barack Obama è di vero stile). C’è un pessimismo sul genere umano che traspare dalla scrittura di Vizzino, nulla è realmente cambiato rispetto a oggi: ci sono stati dei passi avanti in campo sociale e tecnologico incredibili (per dirne una su tutte, la Chiesa ha riconosciuto i matrimoni gay), ma il decadimento del genere umano è palpabile. Se arrivi alla fine della trama, quando si trova la risposta alla domanda che pervade personaggi e lettore: perché tutto questo?, il pessimismo vizziniano sul genere umano raggiunge la sua apoteosi. L’uomo può e accetta tutto per il business. Ma non aggiungo altro in merito.

Dieci persone (forse un omaggio mai dichiarato alla regina del giallo, Agatha Christie) rinchiuse per chissà quale motivo all’interno di un lussuoso appartamento privo di finestre e di ogni contatto con l’esterno. Dieci persone solo in apparenza sconosciute tra loro e un burattinaio, colui che li ha rinchiusi lì, che decide chi vive e chi muore. Ne resterà solo uno.

Ognuno perde la vita per il suo peccato, perché esso è tutto ciò che lo categorizza e lo descrive. Sentimenti, redenzione, perdono, etica, sono tutte parole che perdono ogni significato dentro quel luogo. Quel che conta è il peccato, e dato che biblicamente i peccati sono dieci, dieci sono le vittime. Quella colpa che tutto ciò che il burattinaio vede in loro, il resto non conta, tutto è riduttivamente ricondotto a quell’unica, singola colpa, grande o piccola poco importa: per essa devono morire.

Una lotta per la sopravvivenza, con sé stessi, con la propria umanità. Il lettore è l’undicesimo protagonista segregato, si sente più solo delitto dopo delitto e mentre quelle pagine scorrono e sente di avvicinarsi sempre più al perché, l’adrenalina ribolle dentro: non puoi staccarti da SIN a lungo, devi tornare a leggerlo il prima possibile, devi capire, comprendere i motivi e le ragioni, dare un senso là dove ogni significato sfugge beffardamente alla ragione.

Questa in sintesi la storia, poi c’è la modalità di scrittura di Vizzino, che riesce a trascinarti pagina dopo pagina, a condurti sempre più a fondo in questo rompicapo. Uno stile scorrevole, che corre sotto gli occhi. Sempre chiaro, anche nel descrivere i congegni tecnologici che nel suo futuro sono di uso comune, ma che oggi sono difficili da rappresentare per iscritto (siamo ancora molto primitivi, rispetto al qui ed ora di Sin). La chiarezza è anche nel descrivere tutte le intricate stanze e i marchingegni di quella prigione di lusso, così come i personaggi.

E se talvolta vai a fine libro, per vedere le mappe dell’appartamento e le biografie dei personaggi, è solo per completezza e per addentrarti ancora di più nella storia. Ottima la scelta di inserire mappe e biografie, ad ogni modo: sono quella ciliegina sulla torta che il lettore apprezza enormemente!

E poi ci sono le chicche di Alessandro, che avevo già avuto modo di apprezzare nel leggere il suo secondo testo (La culla di Giuda), quelle battute, specie quando parla di sessualità, quelle “cadute di stile” volute, che sanno interrompere l’ansia del narrato, sdrammatizzando.

Unica pecca, alcuni dialoghi, che appaiono in qualche punto troppo ridondanti e faticosi da seguire, talvolta perché sono alcuni dei personaggi ad essere caratterialmente pedanti, talvolta perché è lo stesso Vizzino a cadere un po’ nel superfluo.

Ad ogni modo ne troverete uno ogni cento pagine, di media: su seicento, sono tollerabilissimi 😉

Da ultimo, una considerazione socio-politica sul romanzo, inevitabile con una trama che riflette sull’uomo e su un futuro possibile. Si sa ormai che io e Vizzino siamo agli antipodi, sia dal punto di vista sia calcistico (essendo l’after day del derby, ricordo a Vizzino questo 2-0 per la Roma :P) che politico e i battibecchi non mancano mai.

Eppure, ho trovato molta comunanza di idee e posizioni tra le righe di questo testo, che mi hanno portato a volte a chiedermi se non stesse donando ai protagonisti un pensiero diverso dal suo, altre volte se stavo leggendo proprio un romanzo di Alessandro Vizzino (ricontrollando l’autore sopra il titolo), altre volte ancora se avesse ricevuto una botta in testa poco dopo aver scritto SIN… trovando tutte e tre le ipotesi poco credibili, mi sono risolto che probabilmente è quel ceppo socialista comune che non ci rende poi così diversi 😉

Me lo ricorderò nel prossimo battibecco con lui.

E per te, caro Visitatore, consigliatissima la lettura di un thriller al cardiopalma da non perdere 😉

GGB

Io e Selvaggia: di nuovo a Roma, in ottima compagnia!

4 - Locandina globale

Caro Visitatore,

condivido con te il racconto della mia seconda presentazione a Roma (quarta da settembre ad oggi!).

Ormai, come casa editrice Drawup, ci siamo affezionati a Oasi urbana, una fantastica bottega equo e solidale, che ha un piccolo cinema all’interno, ottimale per le presentazioni e per la proiezione dei book-trailer, e sita a due passi dalla stazione centrale di Roma, nella splendida cornice del quartiere Monti (accanto al Colosseo per intenderci).

E’ stata una presentazione davvero bellissima con un livello davvero alto sia in termini di partecipazione che di contenuti. E come poteva essere diversamente con i nomi che erano presenti a condividere le loro opere? 😉

A moderare la serata Lucandrea Massaro, il direttore di Radiovortice.it, che ci ha fatto la gentilissima cortesia di presentare l’evento.

Apre le danze (e visto il tema del suo libro è il termine più azzeccato), Alessio Miglietta con il suo Grunge (1984). Sullo sfondo i video musicali a creare la giusta atmofera. È alla sua prima presentazione e l’emozione è tanta. Riesce però a coinvolgere anche il pubblico presente in sala. E grazie a Lucandrea, fa della sua emozione la giusta risorsa per parlare del suo romanzo inserito niente meno che nella collana élite delle edizioni Drawup.

Seguo io, presentando il mio romanzo Selvaggia, i Chiaroscuri di Personalità, dopo la visione del trailer (su cui noto un refuso, azz! Vediamo se lo trovi anche tu!).

Non ho preparato nulla, mi sono affidato a Lucandrea Massaro, che oltre ad essere direttore della radio dove sono volontario, è anche un grande amico, di quelli con cui basta uno sguardo a capirsi. E riesco a raccontare Selvaggia, senza neanche pensare a quello che dico, ormai viene naturale, spontaneo. Non c’è bisogno di preparare grandi discorsi: un tempo consideravo parlare di Selvaggia come il parlare di una figlia, con tutte le emozioni associate; ora è come parlare di una parte di sé, forse la più bella, e viene con estrema naturalezza.

Leggo alla fine questa parte del brano, che regalo qui anche a te, che leggi queste righe. Direi che è andata più che bene 😉

Attendiamo prossime date possibili, chissà, si vocifera Latina… 😀

Segue Alessandro Vizzino, che presenta un thriller scritto nel giro di un’estate, che trascina il lettore tra massoneria e Santa Inquisizione, tra città europee come Venezia, Rimini, San Marino, Messina, Madrid, Aix in Provence, sulle orme di Casanova, Pascoli e altri personaggi storici. Un giallo che appassiona il pubblico e che ultimamente si è anche classificato tra i finalisti del premio “Un libro per l’inverno”! (qui puoi leggere la mia recensione sul romanzo di Vizzino).

Chiusura in grande stile: Michela Zanarella presenta la sua ultima silloge, Meditazioni al femminile, allietando il pubblico con la sua poesia, in grado di arrivare dritta all’anima. Non è un caso che abbia conquistato l’ennesimo premio di poesia nelle sale del Comune di Roma, lo scorso primo febbraio (Bravissima Michela!) 

Sorpresa finale: il compagno di Michela, l’attore Giuseppe Lorin, legge le sue poesie con un pathos fuori dal comune e va poi a sedere, per riprendere la parola e rileggere il brano letto all’inizio da Alessio Miglietta. Ovviamente lo stile è particolare, piacevole. Una pagina che parla di buona musica viene letteralmente recitata dalla maestria di Giuseppe.

In attesa di nuove presentazioni, spero fuori Roma,

ti saluto!

GGB

 

Recensione a “La culla di Giuda” di Alessandro Vizzino

La culla di giuda

Caro Visitatore,

oggi ti presento un piccolo thriller, dai risvolti storiografici, che ha catturato completamente il mio interesse.

Chi è l’autore?

Alessandro Vizzino nasce a Latina, dove tuttora risiede, nel novembre del 1971. Scrittore, revisionista ed editore, si presenta al pubblico con il romanzo a tinte forti SIN, premiato da diverse Giurie nazionali.

Dove puoi trovare il libro?

Il libro è ordinabile, senza costi aggiuntivi di spedizione, sul sito delle Edizioni Drawup.

La mia recensione

Scrivo la mia vita per ridere di me e ci riesco. Scrivo tredici ore al giorno, e mi passano come tredici minuti. Qual piacere ricordare i piaceri! Ma qual pena richiamarli a mente. Mi diverto perché non invento nulla. Ciò che affligge è l’obbligo che ho, a questo punto, di mascherare i nomi, dal momento che non posso divulgare gli affari degli altri (Giacomo Casanova)

Un libro dal ritmo intenso, che coinvolge appieno il lettore.

Si presenta così l’ultimo lavoro di Alessandro Vizzino, la Culla di Giuda.

Un romanzo che potrete leggere in poco tempo, data la brevità del testo, ma che rivela molto dell’intenso studio storiografico messo a punto dall’autore per stendere l’opera.

Tra massoneria, Santa inquisizione, e la storia di Giacomo Casanova, seguirete Valentino Mastro,
detective privato, in giro per l’Europa alla ricerca di nove strumenti di tortura trafugati dal museo
di San Marino e in mano ad una banda che rivelerà presto il suo intento: vendicare gli anni di torture che Santa Madre Chiesa ha inflitto ai massoni.

E da qui il titolo La culla di Giuda (detto anche Veglia: il martoriato, cinto all’altezza dell’addome da un anello di metallo e collegato a soffitto e pareti da un complesso sistema di corde, veniva lasciato cadere, più o meno violentemente, su un cuneo appuntito sormontante un treppiede. (…) Questo genere di tortura era reso ancor più terribile dalla veglia continua a cui l’imputato era costretto.)

Un mistero da risolvere, un omicidio, una vita da salvare, la suspance messa in piedi da
un’organizzazione massonica, la perfetta descrizione dei luoghi che fanno da sfondo all’intreccio narrativo, la simpatia aggressiva del protagonista, sono tutti gli ingredienti che terranno il lettore incollato al libro.

A ciò va aggiunto quel sottile fil rouge che lega le vite di personaggi storici,  quali lo stesso Casanova, Pascoli, il conte di Cagliostro, e Goldoni.

Quale sarà il segreto che lega tutti questi personaggi?

Che relazione avrà con la massoneria e sopratutto con gli strumenti di tortura trafugati?

Un geniale intreccio messo su da Vizzino, che vi terrà col fiato sospeso.

Ho avuto questo libro in regalo dallo stesso autore; ho cominciato a leggerlo per puro caso durante
una noiosa giornata di tirocinio in cui non c’erano pazienti a studio. Assorto completamente dalla lettura, mi sono reso conto di essere arrivato in due ore a metà libro, senza neanche accorgermene! Mi sono ripromesso di rallentarne la lettura, per non finirlo troppo presto,
tanto mi coinvolgeva lo stile duro e diretto del protagonista e l’incedere incalzante dell’intreccio.

Una storia ricca di dialoghi, che la rendono ancora più scorrevole, ma anche di dettagliate descrizioni delle città visitate da Valentino Mastro, il nostro protagonista, capaci di coinvolgere il lettore nella suspance dell’azione.

Un libro che mi ha rivelato il talento incredibile di Alessandro Vizzino, già famoso per il successo del suo SIN (che ammetto di non aver ancora letto… mea culpa, mea culpa, mea grandissima culpa! 😦 )

Un libro che consiglio a chiunque voglia perdersi nelle intricate trame della massoneria e della Santa sede, in questo eterno conflitto che ha coinvolto i secoli e la fantasia di autori brillanti,
a partire da Dan Brown per arrivare al nostro Vizzino.

E costa pure poco 😉

Buona lettura 🙂

GGB

Io e Selvaggia a Roma: Come back home!

Presentazione Roma

Caro Visitatore,

condivido con te il ritorno a casa di Selvaggia, i Chiaroscuri di Personalità. Il 2 dicembre ho finalmente presentato il libro a Roma, la mia città natale e il contesto dove si snoda tutta la storia.

Ore 18:00, ci ritroviamo tutti a via Urbana, 107 a due passi dalla metro Cavour. E’ una bottega
equo e solidale, che ha all’interno un piccolo cinema, il luogo ideale per presentare un libro e per proiettare i video trailer.

Apre le danze Francesca Schirano, emozionata a presentare la sua opera Mrs Writer, un thriller
storico che coinvolge l’illustre famiglia dei Medici, trasferendola ai giorni attuali, tra gli intrighi
del G8, la crisi greca e il potere delle banche internazionali. Sto per leggere il suo romanzo, non vedo l’ora di iniziarlo e di scoprire la fantomatica identità di un certo Lorenzo dei Medici, comparso
nei nostri giorni (la famiglia si estinse senza eredi secoli fa).

Segue poi il fantastico Ciro Pinto, che con la sua simpatia fa innamorare la platea dei presenti
de Il Problema di Ivana. Ho già letto e recensito il suo romanzo, intervistando anche Ciro per
il programma radiofonico Crisalide. E’ un’opera tridimensionale, come l’ha definita giustamente Vizzino, capace di trasmettere al lettore persino gli odori e i sapori della Toscana, e capace di stimolare profonde riflessioni sulla crisi attuale.

Tocca poi a me, e si parte dal proiettare il mio video trailer. Vederlo proiettato su uno schermoA R!
cinematografico, seduto su una comoda poltrona… beh… fa tutto un altro effetto!
Ti narro questo aneddoto: mentre Ciro e Francesca presentavano, avevano davanti a loro
tutti e quattro il libro esposti. Il mio è stato l’unico a cadere e lo ha fatto per tre volte.
Naturalmente sono partito da questo per la presentazione: Selvaggia è emozionata quanto me
oggi, di tornare a casa, dopo le presentazioni di Firenze e Napoli. Per fortuna sviene lei e non io! 😀

La prima cosa che faccio è ringraziare Alessandro Vizzino, il mio editore, per avermi dato la
possibilità di presentare il mio libro in giro per il centro Italia. Spero di non fermarmi, ma quello che
ho ottenuto è già tanto. E poi segue un ringraziamento speciale, che finalmente riesco a fare: due anni fa, il 26 dicembre del 2010, nacque per la prima volta la copertina del mio libro. La vidi uscire dalle mani esperte di Lorena Pavia, la mia amica fumettista e disegnatrice, che tracciavano veloci sul foglio la sua fisionomia e i suoi chiaroscuri. Vidi così nascere Selvaggia e nella penombra Martina. L’una mora, l’altra bionda, entrambe con in mano una rosa, quella che dà inizio a tutto l’intreccio narrativo. Io adoro questo ritratto, e la presenza di Lorena Pavia alla presentazione, mi ha dato modo di ringraziarla pubblicamente, tra gli applausi della gente.

E poi si parte con lo show: ormai io Alessandro siamo collaudati e riusciamo a raccontare il libro con molti più aneddoti: per esempio, uno dei locali dark in cui i due protagonisti si recano è a due passi da dove ho presentato il libro. 😉

E’ stata l’unica volta che non ho specificato di essere emozionato, forse perché per una volta mi sentivo a mio agio, e volevo dare il massimo.

E’ andata molto bene, alle persone è piaciuto o almeno così mi è sembrato dai commenti post presentazione.

Chiude con i fuochi d’artificio Paolo Tosi con il suo Contatto, un saggio di musica divertente e brioso, che riesce a presentare con una simpatia fuori dal comune, leggendo dei brani che catturano il pubblico per la loro freschezza e per il divertimento che sanno suscitare.  Compro il suo libro e voglio leggerlo il prima possibile: è per tutti, non serve essere esperti o patiti di musica per gustarlo 🙂

Alla fine si alza dal pubblico una persona che riassume la bellezza di questa presentazione in un modo straordinario:
Lo avete notato? La tematica centrale di oggi è il doppio! Francesca ha parlato di una storia in cui
c’è un’identità nascosta di un certo Lorenzo dei Medici. Ciro contrappone alla calma e alla bellezza di Cetona, la peste di Milano dovuta alla crisi. Il romanzo di Giovanni parla di due personalità. Dalla mia posizione, voi non potete vederli, ma io sì, vedo sulla destra il ritratto di un vecchio morente e a sinistra l’immagine di superman. Oggi tutto parla di doppio. E sul finale il libro di Paolo, che non a caso si chiama Contatto!

Bellissima metafora. Se non fossi stato tra gli organizzatori della presentazione, direi che è stato quasi fatto apposta 😉

E si chiude la serata con un eccellente aperitivo.

Prossima tappa, questa volta per Crisalide, Jesi!
Sabato 8 dicembre, ore 18 😉

Un saluto! 😀

GGB

Io e Selvaggia a Firenze!

Caro Visitatore,

Immagina un contesto rinascimentale, immagina di dover presentare il tuo libro nello stesso luogo in cui, a pochi passi di distanza, ci sono le tombe di grandi nomi, tra cui quello di Donatello.

22 novembre 2012, io e Selvaggia arriviamo da Roma a Firenze dopo un velocissimo viaggio sul treno Italo.
Pochi minuti prima mi ha chiamato l’editore: mi ha detto di richiamarlo quando sarò sceso, cosi mi passerà una delle autrici che presenteranno il loro libro con me per spiegarmi la strada.

Caro Vizzino, dopo tanto viaggiare nella mia vita, ho i miei sistemi per muovermi in una città che non conosco. 😉 Cellulare alla mano e navigatore inserito. Ho già visto il percorso la sera prima e il navigatore è un in più. In dieci minuti arrivo alla grandiosa Basilica di San Lorenzo, a due passi dal Duomo. Purtroppo è chiusa e non si può visitare. 

Conosco gli altri autori e ci accordiamo per la presentazione. Io sarò il primo, essendo quello che viene da più lontano ed essendo tutti gli autori toscani.

Iniziamo con il mio editore che introduce noi quattro autori. Beato lui che è cosi rilassato!
Segue Francesca Schirano, l’autrice principale della serata, che descrive brevemente il luogo dove siamo e davanti al quale ha vissuto per lungo tempo.

La solennità del luogo e della sua storia aumentano ancora di più la mia ansia.
È il mio turno.
Che farne dell’ansia? Mi ripasso velocemente i consigli che ho scritto tempo fa su questo blog, forse più per me che per gli altri.

È tempo di ammettere l’emozione, che è davvero tanta. Non sono lì per mettermi un gradino sopra il pubblico, non sono un relatore. Sono una persona che crede che scrivere un libro sia come mettere al mondo un figlio.
Pubblicarlo vuol dire farlo nascere, promuoverlo vuol dire farlo crescere. E oggi sto presentando a Firenze mio figlio, anzi, mia figlia, Selvaggia!

Quindi potrete capire la mia emozione, spiego al pubblico ammettendo la mia ansia. Ed essa diventa la mia forza. Non ho fretta di parlare, nonostante i tempi stretti. Parlo della complicata storia della doppia personalità della mia protagonista, parlo di Daniel, parlo del loro amore. Viene tutto naturale, spontaneo.

Concludo leggendo un brano del romanzo. Anche lì ammetto la possibilità che mi emozioni leggendo (forse so scrivere… sicuramente non so leggere bene, spero di riuscire a trasmettervi quello che ho scritto!, dico imbarazzato).

E mentre gli occhi scorrono tra le righe, io entro nella storia, in quella che ho creato. Improvvisamente sono Daniel, sono Selvaggia, sono tutti i personaggi della mia storia, che escono dalla mia mente e attraverso la mia voce arrivano ai presenti, in un moto di condivisione che ha dell’incredibile.

Ammetti la tua emozione, autore emergente, e leggi! Solo tu puoi trasmettere in modo realistico quello che hai scritto!

Questo è il mio consiglio.

Ed è stato un successo! Era la presentazione dove ero l’autore più lontano dalla sua città natale, eppure ho venduto diverse copie e firmato tante dediche!

Posso dire che è stato il mio personale successo!

E infine i ringraziamenti…!

Grazie al mio fantastico editore, Alessandro Vizzino, che mi ha permesso di portare Selvaggia nella bellissima Firenze che, a dispetto di quel che dice un certo imprenditore del nord, è e resta una ricchissima perla del panorama culturale italiano.

Grazie ai miei carissimi parenti di Firenze e di Siena, che sono venuti a sostenermi durante la presentazione. Ogni singolo attimo di emozione che ho vissuto nel parlare del mio libro lo dedico a voi! Grazie anche a chi di voi non è potuto venire ma mi ha mandato il suo sostegno attraverso gli altri.

E grazie, grazie, grazie alla mia dolcissima cuginetta Elena, che mi ha fatto respirare un po’ di Firenze by night! E’ stato talmente bello parlare con lei che per poco non perdevo il treno per Roma! (Arrivare di corsa mentre il controllore fischia la partenza dell’ultima freccia argento è un’emozione da provare…. 😀 )

E come dice Elena… Felice vita! Anzi, Fenice!

Fenice, l’animale che sa rinascere sempre 😉

GGB

La presentazione dei personaggi di Selvaggia: Daniel.

Ho pensato che in questo blog mancasse qualcosa in merito al libro Selvaggia, i Chiaroscuri di Personalità: la presentazione dei personaggi.
Nei prossimi post cercherò di fare ammenda presentandone uno ad uno. 😉

Il primo è Daniel, quello di cui in genere alle presentazioni parlo di meno… Chissà perché poi?
È il vero protagonista della storia, colui che il lettore segue per tutta la durata del romanzo, essendo la telecamera dietro di lui.

Timido, talvolta impacciato, razionale e socievole, ecco come si presenta il ragazzo. Ama suonare la chitarra e vivere in modo lineare, nella sua classica anormalità, che non concede spazio a colpi di testa, a sconvolgimenti improvvisi, quelli dove verrà invece condotto da Selvaggia.

Vediamo qualche parola chiave che si lega al ragazzo.
Daniel rappresenta la semplicità, contrapposta alla complessità della figura di Martina-Selvaggia. Al tempo stesso rappresenta la razionalità, contrapposta all’irrazionalità delle due ragazze, per le quali cercherà di diventare una sorta di ponte, di unificatore di due parti scisse di un unico corpo.

Ma non aggiungo altro, per non fare spoiler. 😀

Dirò solo quello che traspare già dall’anteprima del libro.

Selvaggia, non rendendosi (o non volendosi rendere conto?) che il ragazzo conosciuto al Jungle altri non è che lo stesso ragazzo compagno di università di Martina, inizierà un flirt con lui, per un’unica sera.

Daniel non tarderà a notare il legame tra Martina e Selvaggia, e ciò costringerà la ragazza a dare spiegazioni, scegliendo la via della rivelazione, proteggendosi con cinque regole che lei stessa imporrà al ragazzo. Daniel diverrà così una sorta di diario su cui la ragazza segnerà la sua storia, in buona parte illogica e irrazionale.

Solo la pazienza del giovane potrà servire a contenere tanta illogicità; una su tutte (sempre senza fare spoiler): Selvaggia parlerà di Martina in terza persona, alzando dei veri e propri muri tra lei e la ragazza, e rendendo questa dicotomia tra i suoi due Sé ancora più profonda.

Un ulteriore parola chiave per descrivere il giovane è amore. Riprendo le parole che mi ha un giorno Alessandro Vizzino, autore di SIN e de La Culla di Giuda, mi scritto su un commento su facebook. “Daniel è capace di vero amore”.

E’ positivo essere riusciti a trasmettere questa considerazione sul modo di amare del ragazzo, perché l’amore è proprio il sentimento che Selvaggia riuscirà ad insegnargli, pur senza rendersene conto.

Proprio a lui, che nell’amore non crede e lo considera un legame fragile, destinato a distruggersi, diverso dall’amicizia, che è come una catena di ferro che lega due persone. Passerà dunque dalla razionalità all’emozione irrazionale, matto, che fa fare tutto.
(Quando sei innamorato pazzo fai questo ed altro, dirà Daniel).

Ultima parola chiave credo che sia Sé ideale. In molti mi chiedono se la storia è reale e soprattutto se sono io Daniel. Alla prima domanda non rispondo, lo lascio immaginare al lettore, alla seconda rilascio solo un sincero… magari!

Magari avere un carattere come quello di Daniel, spontaneo e sincero. Magari saper andare in motorino (sono negato), e saper suonare la chitarra (non ho mai avuto tempo per imparare). Magari avere la sua pazienza e la sua capacità di cavarsela in ogni situazione.

E’ indubbio che Daniel sia il personaggio che sento più vicino, e che molte situazioni e persone accadute o incontrate, le ho vissute in prima persona. Ma non ho tracciato il mio carattere, né ho vissuto io stesso un incontro con un personaggio come Selvaggia (anche lì… magari!).

Direi che Daniel sia più il mio Sé ideale, quello che vorrei essere, con quel carattere puro e sincero, così difficile da trovare. E che francamente non credo che sarò mai 😉

 GGB

Crisalide: una nuova pubblicazione!

Ci siamo, oggi esce finalmente Crisalide, una raccolta di racconti scritti da 14 autori, diversi nello stile e nella provenienza territoriale, ma uniti in una comune (e positiva!) visione della crisi!

Come ha scritto Stefano Vignaroli: Crisalide rappresenta la possibilità di perseguire un futuro costruttivo a livello personale e collettivo. Una raccolta che rappresenta l’affermazione di una diversa etica, caratterizzata dalla condivisione e dalla collaborazione.

Questo progetto rappresenta per me un’altra scommessa vinta. Tutto iniziò quest’estate, mentre io e Alessandro Vizzino, scrittore ed editore, girovagavamo per gli stand di una delle feste dell’estate romana, per prendere i contatti con le librerie in modo da promuovere il mio romanzo, Selvaggia, i Chiaroscuri di Personalità, e altre pubblicazioni delle Edizioni Drawup.

Prima di salutarci mi parlò di questo progetto editoriale, chiedendomi di aderire. Da buon editore, aveva scelto scrittori di un certo calibro e con un buon seguito, per creare un’antologia di successo.

Lo ringraziai per l’offerta, sottolineando però che né io né lui sapevamo se io effettivamente appartenessi alle due categorie da lui utilizzate per la scelta degli autori.

“Tu sei la mia personale scommessa,” mi rispose “sta a te dimostrare se riesci a scrivere un racconto di un certo livello.”

Mi riferì il tema che doveva fare da sfondo alla raccolta: la crisi. Una tematica quanto mai attuale, di questi tempi.

Passai luglio a riflettere su cosa scrivere e a metà agosto mi dedicai intere giornate alla stesura del racconto. Scrissi tutto a Misano Adriatico, dove si svolge la mia storia. Inserii i contenuti della scuola di Psicologia della Salute, che promuove una nuova visione della crisi (e non solo), come possibilità di crescita e di miglioramento. Intitolai il racconto: la filosofia dell’ottimismo e lo inviai all’editore.

Mi chiamò qualche tempo dopo per ringraziarmi della storia e per complimentarsi per il livello che avevo raggiunto.

Una scommessa vinta, per entrambi.

Ora, spero che piaccia anche ai lettori.

Vari scambi di mail tra gli scrittori, scelta del titolo (Crisalide: contiene la parola crisi, ma dà il senso di poter volare grazie ad essa, senza farsi abbattere) creazione su facebook di un gruppo per promuovere il libro (e non solo! Aderite e partecipate, potrete vincere un mare di libri gratuitamente!), scelta e condivisione dell’immagine di copertina: ed ecco che è venuto al mondo la nostra nuova opera comune, il nuovo bambino da curare e da crescere, insieme.

Ma cos’è Crisalide?

Credo che lo possano ben descrivere le parole di Stefano Vignaroli e di Emanuele Properzi:

I racconti di Crisalide sono espressione e allo stesso tempo esegesi dei cambiamenti epocali di cui siamo protagonisti. Sono il frutto di scrittori che credono ancora nella possibilità di perseguire un futuro costruttivo a livello personale e collettivo. Una raccolta che rappresenta l’affermazione di una diversa etica, caratterizzata dalla condivisione e dalla collaborazione.
Se è vero che ognuno è tenuto a offrire il proprio contributo alla società sulla base delle proprie capacità e competenze, allora il lavoro svolto dagli autori di Crisalide rappresenta non solo una rivisitazione accattivante di molti temi d’attualità, ma anche un’occasione per riconsiderare in maniera costruttiva il modo in cui viviamo. 

(Stefano Calicchio)

Le storie riportate in questo libro descrivono vicende umane in cui il malessere che affligge i nostri giorni è rappresentato da chi solitamente scolpisce le epoche della storia. L’artigiano più prezioso dell’umanità è lo scrittore, che traccia e influenza i pensieri collettivi, creando profondi solchi nella mente dei lettori.Caliamoci insieme nello stadio embrionale di una metamorfosi che si svilupperà perseguendo primitive e naturali evoluzioni, esattamente come accade alla crisalide, prima di trasformarsi magicamente in farfalla.

(Emanuele Properzi)

Io aggiungo semplicemente: è la visione costruttiva della crisi, che vola grazie alle parole di 14 eccellenti autori!

Buona lettura!

E buon divertimento sul nostro gruppo nei diversi contest per vincere un buon libro! 😉

GGB