Selvaggia premiata a Cinisello Balsamo (MI)

DSCI1780Caro Visitatore,

oggi condivido con te il racconto della mia esperienza a Cinisello Balsamo (MI), dove ho ritirato il primo premio vinto dal mio romanzo Selvaggia, i Chiaroscuri di Personalità.

Ho partecipato alla terza edizione del Concorso internazionale di Prosa e Poesia, bandito dall’associazione La Finestra Eterea, aggiudicandomi la prima posizione.

Sono partito alle 8:30 di mattina dall’aeroporto di Roma Ciampino, il che ha comportato una sveglia alle 5:30 e una grossa dormita in aereo, sospesa dall’atterraggio brusco, con tanto di rimbalzo…

Atterrato a Bergamo, un comodo pullman mi ha portato alla stazione centrale di Milano (un’altra ora di sonno…)

Ho contattato gli organizzatori per capire come arrivare dal capoluogo a Cinisello, scoprendo che la mia ottima pianificazione del viaggio aveva fatto sì che l’ostello stesse proprio sulla strada per arrivare a Cinisello… Avrai capito che l’ottima organizzazione è sinonimo di un gran c… ehm! Una gran fortuna! 😀

Veloce passaggio in ostello per scoprire che a fino alle 12  non si ammettevano check in (per fortuna l’uso del bagno sì!), e via per Cinisello Balsamo… Non saprei dire che strada ho fatto con metro e pullman, ma non per aver dormito ancora, per aver letto, cosa che mi astrae dalla realtà anche più delle palpebre chiuse.

La prima cosa che ho scoperto è perché la cittadina si chiami Cinisello Balsamo… E’ uno dei luoghi più puliti  che abbia mai visto! Non una carta per terra, non un mozzicone di sigaretta, tutto pulito e ordinato. Un solo handicap… avessi trovato mezzo internet point per mettere
on line la puntata di Radiovortice di quel sabato… ^^’

Dopo un giro in città e un buon caffè, sono arrivato a Villa Ghirlanda, dove erano in corso gli ultimi preparativi della cerimonia, nella Sala dei paesaggi. Appena sono entrato, la prima impressione è stata: “Mi sono sbagliato, troppo sfarzo…”

DSCI1763Ma era lì…
Ho avuto il piacere di conoscere Rosario Medaglia, Zuzana Holubeikova e altri membri della giuria. Il loro primo dialogo è stato: “Complimenti, il suo libro ci ha estasiati”

Avevo voglia di chiedere: “Sicuri? Proprio quello che è esposto lì, quello che inizia per esse, non c’è proprio, proprio nessun errore? Cioè, insomma, addirittura estasiare… Stiamo davvero parlando di me?”
Mi sono limitato a un ringraziamento imbarazzato e mi sono seduto a metà sala.

Quando è iniziata la cerimonia, con lo stato della situazione sociale italiana e con le prime premiazioni, ho aspettato fermo il mio turno, ascoltando i premi e le motivazioni addotte.

Venivano premiate la poesia, la prosa e le arti figurative. C’erano 4 tipologie di premi:
Diploma e medaglia per le segnalazioni.

Una piccola coppa(grande come il palmo della mano) per terzi classificati

Una coppa media e diploma per i secondi.

Un coppa grande con diploma per i terzi.

Al mio turno, l’emozione è stata incredibile, il cuore è balzato in gola, grazie anche alle parole di Rosario Medaglia che hanno accompagnato il mio turno: “Un libro che ci ha deliziato”

Quando, con un’improvvisa paralisi, ho ascoltato le motivazioni del premio, quasi non credevo che stessero parlando di me.

L’autore, Giovanni Garufi Bozza, è riuscito nel suo scritto a realizzare in pieno gli intenti che si era prefissato, a presentare diverse personalità all’interno di uno stesso essere, spesso in contrapposizione le une alle altre, fino a stridere e a sviluppare reazioni incontrollate, ma anche ad aiutare le stesse a condurre quelle analisi dell’animo e comportamentali, sfocianti nel desiderio della rinascita, attraverso l’eliminazione di quelle ingombranti, nate in momenti particolari, che avevano trovato la persona indebolita per eventi drammatici e catastrofici, e quindi senza difese.

Il testo presenta le dinamiche e gli accorgimenti per evitare ritardi e sovraccarichi nelle svolte da un argomento all’altro e di sapere restare su altri il tempo utile per approfondirli.

Lodevole è il senso di responsabilità, l’amicizia, il non arrendersi che trapela in ogni rigo, con la costanza, il coraggio e l’amore rappresentante la gioventù, attraverso l’azione del personaggio Daniel, che ne segue le fasi.

Rosario Medaglia

1380350_10201526340754018_1067218500_nHo preso, sempre rigido come una salma, la mia coppa e il mio diploma, ho stretto le mani della giuria e sono andato al mio posto, realizzando finalmente di aver vinto il primo premio.

Sono rimasto fino alla fine della premiazione, ho ringraziato e salutato la giuria con una  promessa: attendono il secondo libro (che tra parentesi è pronto e deve solo essere pubblicato… farò in tempo per il prossimo anno?). Un’altra dose di complimenti reciproci per libro e per l’organizzazione perfetta del concorso e sono tornato a Milano.

Il bello della rete è che ci connette con persone di diverse città, il bello dell’essere prosociali è di avere volontà di incrementare la conoscenza con l’altro con il non verbale, incontrandosi di persona. Il mio volo sarebbe partito solo il giorno dopo, di pomeriggio, perché dunque non approfittare per incontrare qualche scrittore di Milano?

La sera è stata in compagnia di Erika Corvo, conosciuta grazie all’intervista per Radiovortice. Avremmo potuto scrivere un libro su “come passare il sabato sera a tenersi gli addominali per le risate”.

Una persona stupenda, di una simpatia e di una semplicità disarmante. Abbiamo  cenato assieme alla figlia e a un loro vicino di casa, per poi andare a passeggiare dentro un  parco immenso, il Parco delle Cave, pieno di laghi e, data l’ora, di buio.

La sera, tornato all’ostello, ho finalmente preso possesso del mio letto, conoscendo i miei compagni di stanza, tutti ragazzi in viaggio di diversa nazionalità.

Ecco perché amo gli ostelli, permettono di conoscere giovani di diversi Paesi, di aprire le porte della mia cultura allo scambio. C’era uno spagnolo in vacanza, disperato perché non conosceva ne l’inglese né l’italiano, e comunicare per lui era molto difficoltoso, nonostante
alcune somiglianze delle rispettive lingue; un argentino in viaggio per un mese,  per le diverse città d’Europa (beato lui!); un giovane serbo che parlava perfettamente inglese e che studiava informatica.

Parlottando per un’ora con lui, ho ricevuto eccellenti suggerimenti per rendere più agile e funzionale il blog. Appena avrò modo, li applicherò e vedremo gli effetti 😉

Il giorno dopo, dopo un bel giro per il centro di Milano, ho incontrato un altro autore, conosciuto on line all’epoca in cui il mio romanzo era edito sul miolibro.it, Andrea Panza, di cui ho letto In Corsivo.

Di fronte ad un dolce spettacolare, mi ha parlato di una sua nuova pubblicazione, La sindrome, il cui argomento centrale è il narcisismo. Sarà presto tra le mie mani 🙂

E’ stata un’esperienza divertente, che mi ha dato la possibilità di vivere la vincita del premio, di rivedere Milano e di conoscere di persona due bravi autori.

L’emozione più grande? Prendere consapevolezza di quanti passi mi stia facendo fare questo romanzo. E’ come vedere una (o due?) figlia crescere, camminare con le sue gambe, condurti lontano e riempirti di soddisfazioni.

GGB

Selvaggia a Radiostonata! :D

Selvaggia, di Giovanni Garufi Bozza

Caro Visitatore,

a volte la vita ti riserva delle sorprese inaspettate. La maggior parte delle volte esse dipendono dalla passione che si mette nel proprio lavoro, dai rapporti tessuti con l’altro.

Portare avanti un programma radiofonico che ha l’ambizione di avere una cadenza settimanale non è facile, richiede passione, attenzione, pazienza, gentilezza.

Richiede di donare all’intervistato uno spazio che sia suo, che gli permetta di descrivere la propria opera al meglio. E’ una responsabilità notevole, che coinvolge la scelta delle musiche, la creazione delle domande, la messa a suo agio dell’intervistato…Ci vuole tanto lavoro.

In molti casi questo sforzo viene ripagato, ed è il caso di Alessandro Bagnato, che, entusiasta per la sua intervista a Radiovortice.it (clicca qui per ascoltarla) ha segnalato il mio libro a Radio Stonata, che ha dedicato uno spazio a presentare il mio romanzo, parlando di me e della trama, nella rubrica di Mirko Tondi.

Lascio qui il link della registrazione (si parla di Selvaggia dal minuti 1:30), se vuoi ascoltarlo, ringraziando Alessandro Bagnato per la sua segnalazione e per lo spirito di collaborazione che caratterizza il nostro rapporto.

Prima di salutarti, ti segnalo il suo sito www.alessandrobagnato.com, a cui puoi rivolgerti per una campagna promozionale gratuita e ben strutturata.

Buon ascolto!

GGB

 

Per rispondere a qualche bellissima e profonda domanda…

intervista

Caro Visitatore,
oggi scrivo per rispondere ad una domanda, anzi a più domande che una mia lettrice,
nonché autrice bravissima, mi ha posto via sms dopo aver letto il mio romanzo
Selvaggia, I Chiaroscuri di Personalità.

Si tratta di Francesca Schirano, giovane autrice fiorentina con cui ho avuto il piacere di partecipare alle presentazioni di Firenze, Napoli e Roma (Sto leggendo il suo romanzo, Mrs Writer, che vi consiglio assolutamente. Io me lo sto letteralmente gustando! Un thriller che coinvolge nientemeno che la famiglia Medici, pur svolgendosi ai nostri giorni.)

Queste le domande:

Cosa spinge Daniel ad innamorarsi di Selvaggia? Il potente desiderio di riuscire ad essere un bravo
psicologo? E’ una sfida inconscia che fa con sé stesso… Con te stesso?

Appena le ho lette ho pensato… però, che domandone!! 😀

Senza anticipare su come evolve la storia. rispondo punto per punto con questo post, dato che queste domande, per la loro profondità, meritano una riposta articolata.

Rispondo nell’ordine.

Cosa spinge Daniel ad innamorarsi di Selvaggia?

Ecco la domanda che mi mette più in crisi: come spiegare la nascita di un sentimento?
E come spiegarla soprattutto per un protagonista, Daniel, che come traspare dalle prime pagine non crede nell’amore? Daniel e Selvaggia si conoscono in due situazioni diverse. Nella veste di Martina la incontrerà all’università, rimanendo impressionato dalla sua freddezza e antipatia. Nelle vesti di Selvaggia la incontrerà nel locale dark (il Jungle) dove ella lo coinvolgerà in un fuoco di passione tra danze e baci. Sarà solo un gioco, almeno da parte della ragazza, che scomparirà da un momento all’altro dal locale. La testardaggine prima e la voglia di capire il segreto della doppia personalità della ragazza poi, spinge Daniel a comprendere il mistero profondo di Selvaggia. E’ nel conoscerla che imparerà ad amarla, trascinato dal vortice coinvolgente della ragazza che lo farà passare dall’estremo razionalismo al contatto con i suoi sentimenti e le sue emozioni, che gli insegneranno l’amore. Perciò è proprio la ragazza stessa a farlo innamorare trascinandolo dalla razionalità alla sana follia delle emozioni.

Il potente desiderio che riuscire ad essere un bravo psicologo?

Inizialmente Daniel tira fuori la valigetta del piccolo psicologo inesperto per comprendere Selvaggia. In questa valigetta è palese che non ci sono ancora gli strumenti adatti a comprendere la ragazza. Il desiderio di essere un bravo psicologo è grande, e credo traspaia, ma non così potente. Più potente è la voglia di capire la ragazza, data l’attrazione che prova per lei e per la sua storia. Come direbbe un altro mio lettore, tutto ruota attorno alla sindrome da crocerossina di cui si ammala Daniel, conoscendo la ragazza.

E’ una sfida inconscia che fa con sé stesso…?

Le sfide che Daniel fa con sé stesso sono tante ma credo non siano inconsce ma ben consapevoli.
La sfida è accettare quella ragazza con il suo mondo contraddittorio, evitare di giudicarla. La sfida è mantenere il rapporto con lei, sbattendo la testa contro il muro della razionalità. L’unica sfida inconscia è probabilmente lo stesso innamoramento, il comprendere le emozioni e i sentimenti che prova superando quell’impasse nella razionalità che non gli permette né di comprenderla né di chiamare quel sentimento Amore.

Con te stesso?

Se somigliassi a Daniel e avessi il suo carattere… chissà! 😉

GGB

Selvaggia a Oasi Urbana!

Selvaggia, di Giovanni Garufi Bozza

Caro Visitatore,

oggi ti regalo una bella informazione e la uso per darti un consiglio, che spero apprezzerai,
sia se sei un lettore sia se sei un autore emergente.

Un altro negozio a Roma ha finalmente disponibile delle copie di Selvaggia, i Chiaroscuri di Personalità.

Come per Spazio Ebbro (il locale dove attualmente vendo il mio libro, come ti ho già raccontato) anche questa volta non ho scelto una libreria qualunque ma un negozio equo e solidale, nel pieno centro di Roma, a pochi passi da Stazione Termini.

Sono dell’idea che più il luogo è particolare, più c’è speranza di promuovere il libro in ambienti diversi dalla libreria, dove ovviamente c’è una moltitudine di testi tra cui la propria opera scompare, se non è in bella mostra e se non è pubblicizzata con espositori e altro.

Questa volta si tratta dell’Oasi UrbanaOasi Urbana

Ho conosciuto questo locale alcuni mesi fa, nel corso di un’iniziativa sociale, e ne ho subito apprezzato sia il personale che la gestione dello spazio.

Vediamo un po’ di storia di questo negozio: Il negozio si trova a Via Urbana 107, a pochi metri dalla fermata metro Cavour, e a poca distanza dalla stazione Termini. E’ dunque nel cuore di Roma in un quartiere come quello di Esquilino, che si snoda tra viuzze, scorci e palazzi antichi, che incorniciano la bottega in un quadro pittoresco e suggestivo, che Roma sa degnamente offrire. 🙂

Tra gli alimenti equo e solidali, magliette e oggettistica di vario genere (e davvero apprezzabile artisticamente), hanno organizzato uno spazio libreria, dove per l’appunto troverete anche il mio libro! 🙂

Ho detto poc’anzi che avevo un consiglio sia per i lettori che per gli autori, legato a questo luogo.

Se sei un lettore….
E’ sicuramente un luogo culturale molto apprezzabile e le iniziative che mettono in piedi sono certamente un arricchimento culturale: promozione libri, film, dibattiti, e tanto altro.

Basta iscriversi alla loro mailing list per ricevere ogni settimana un appuntamento diverso,
che copre anche il week end; simpatica è ad esempio la giornata dello baratto: puoi portare quello che in casa non ti serve per poterlo scambiare con ciò che portano altre persone, senza altre spese (sul manifesto scrivono: porta tua suocera! Mi raccomando, Visitatore! E’ per farla divertire,
non puoi barattarla!!).

E veniamo ai libri: ne troverete di tutti i tipi, dal politico al sociale, al biologico, ai libri per i bambini
e tanto altro ancora! Ovviamente sai già quale libro ti consiglio di comprare no..? 😉 un indizio…?
Mi è talmente piaciuto, ma talmente tanto che… l’ho scritto io! 😉 😀

Se sei un autore emergente

In questo spazio non manca anche una saletta cinema attrezzatissima,  e il mio spassionato consiglio, caro Visitatore, è di prendere i contatti con i gestori del locale, perché è il posto ideale per farci una presentazione: ha un bel telo per le proiezioni, con la visibilità di un cinema (nel caso tu abbia un trailer del libro, simile al mio), un’acustica ottima con o senza microfono, due mailing list molto ben fornite, per dar notizia della tua presentazione e ti forniscono anche una locandina dell’evento 😀

Anche io il 2 dicembre 2012, ho presentato il mio libro in questo spazio! 🙂 🙂

In più, e questo è apprezzabile se hai auto-pubblicato il tuo libro e ti manca la visibilità,
se il tuo testo piacerà ai gestori, potrai mettere il tuo libro in conto vendita
(quindi a costo zero sia per te che per la libreria).

Più avanti ti racconterò cos’è il conto vendita e la promozione libri in libreria delle edizioni drawup. Bene! Mentre io e Selvaggia cerchiamo nuovi luoghi di promozione e nuove perle romane e non solo da farti conoscere e apprezzare, ti auguro una buona visita all’Oasi Urbana! 😉

GGB

 

Natale Selvaggio, un’idea per voi ;)

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Vuoi fare un regalo ad una persona a cui tieni?

Vuoi fare un regalo ad un familiare, amico, parente?

Non sai cosa regalare e ti serve un’idea?

Insomma, ora che arriva il periodo del regalo natalizio questa proposta può interessarti in ogni situazione 🙂 Troverai ulteriori dettagli sull’evento facebook che ho creato apposta per te 😉

Per Natale puoi regalare Selvaggia, i Chiaroscuri di Personalità, senza muoverti da casa, comprandolo direttamente da questo link, senza spese di spedizione. 😉

Potrai scegliere se farlo arrivare a casa tua, impacchettarlo e donarlo, o se farlo spedire Selvaggia, di Giovanni Garufi Bozzadirettamente a casa della persona, a mo’ di sorpresa.

E volendo fare un regalo ai lettori, specifico che:

Per chi è unicamente lettore e acquista il mio libro: può inviare una mail a crisalide.radiovortice.it con il codice di prenotazione che la mia casa editrice vi spedirà e ricevere gratis un altro prezioso regalo 😉 (ovviamente è una sorpresa!)

Se poi hai scritto anche tu un libro e acquisti il mio, la sorpresa è doppia! in questo caso un piccolo indizio te lo do: oltre al regalo segreto, riceverai la promozione gratis sul programma Crisalide, di Radiovortice.it, in un modo particolare, che sicuramente apprezzerai: ti dico solo che gli ascoltatori potranno ascoltare una parte del tuo libro direttamente dalla tua bocca e conoscere la trama 😉 Non so se lo sai, ma sentire la narrazione del libro direttamente dalla voce del suo creatore, è una delle forme migliori per presentare un libro al suo lettore 🙂

Buon Natale a tutti 🙂

Io e Selvaggia a spasso per l’Italia

Caro Visitatore,

Novembre quest’anno rappresenta per me il mese “caldo”, e non lo dico per gli sbalzi di temperatura che si stanno susseguendo giorno dopo giorno (non so te, ma io non so più come vestirmi! O.o ).

Lo dico per le presentazioni che porteranno me e Selvaggia in giro per l’Italia. Ti confido che girare il mio Paese con un qualcosa di interamente partorito dalla mia mente è un’emozione senza eguali! Se sei un autore emergente potrai senza’altro capire la mia emozione 😉

Le presentazioni saranno fatte da più autori delle edizioni Drawup. Questo perché crediamo nella contaminazione culturale (la messa in comune di più lettori, che possono venire così a conoscenza di più opere). E poi, diciamocelo, non siamo poi così autoreferenziali 😉

Si parte da Roma, in contemporanea con l’annuale festa di Radiovortice.it, che si terrà nel locale Spazio Ebbro. Avremo i gruppi Davidormi e i Carnot ad allietare la serata con la loro fantastica musica. Un quarto d’ora sarà riservato alla proiezione del video trailer e alla promozione del mio libro. Solo un quarto d’ora?!, dirai tu…. ti rispondo con una domanda: hai idea di cosa voglia dire parlare per 15 lunghissimi minuti, al microfono, su un palco, di fronte a decine di sconosciuti? ^^”’

Si prosegue nella bellissima (checché ne dica Marchionne) città di Firenze. La presentazione sarà giovedì 22 alle 18:00, nientemeno che in una sala della Basilica di San Lorenzo, a due passi dal Duomo. Presenteranno assieme a me Francesca SchiranoGiada Del GrecoEnrico Falconcini.

Si proseguirà con la bella Napoli, sempre in centro. Sarà venerdì 30 novembre alle 19 presso la storica libreria Treves, nella famosa Piazza del Plebiscito. Presenteranno assieme a me  Ciro PintoMaurizio Grimaldi, Alessandro Vizzino.

Dulcis in fundo di questa prima tornata, di nuovo a Roma! Domenica 2 dicembre presenterò alle ore 18:00 vicino la Stazione Termini, presso la bottega equo e solidale Oasi Urbana, in via Urbana 107. Presenteranno con me, Paolo TosiCiro Pinto, Francesca Schirano. 

Tre presentazioni di fine anno, e sono solo le prime di una lunga serie 😉 Altre si profilano a Roma, Latina, Jesi, Milano…

Ora, il tema centrale di questo articolo è: come gestire una presentazione?

Qualche consiglio lo scrivo qui di seguito e te lo offro. Mi piacerebbe averne qualcuno da te, che sei scrittore emergente e che puoi mettere in comune con me e con gli altri qualche dritta sulle presentazioni.

Questi i miei:

1- Organizza presentazioni con altri autori emergenti: la contaminazione è importante. A meno che non sia la tua prima presentazione (ma anche qui la organizzerei minimo in tandem), in cui è ovvio che tu voglia tutto lo spazio per il tuo libro e in cui puoi invitare tutti i tuoi parenti e amici (con un’alta probabilità di riuscita e partecipazione), è sempre meglio mettere in comune gli invitati, che possono essere interessati a più libri in contemporanea. Si attiva così lo scambio di presentazioni, opinioni… e il sempre efficace passaparola!

2- Approfitta di eventi già organizzati, dove c’è un buon numero di partecipanti (feste, sagre, serate in tema con il tuo libro ecc.): in un quarto d’ora puoi far conoscere il tuo libro anche a centinaia di persone; risultato garantito a costo zero (perché l’evento esisterebbe di per sé, a prescindere dalla tua organizzazione). Questo consiglio viene direttamente dal Guru della Promozione, Emanuele Properzi.

3- Proietta sempre qualche trailer del libro, quindi se non ce l’hai creane uno. Le immagini e le musiche rivelano molto del libro. Se proietti all’inizio della presentazione predisporrai l’uditore allo stato d’animo adatto per entrare in empatia con ciò che vuoi comunicare con il tuo libro. In più risparmierai sul tempo di narrazione della sinossi, già contenuta nel video. Anziché narrare la storia, potrai riprendere i temi già proiettati nel video.

4- Usa le tue emozioni come risorsa. Può sembrare banale, ma sono sicuro che condividerai con me l’idea che sia emozionante parlare in pubblico, e l’emozione può portare all’imbarazzo. C’è un modo per modulare la propria ansia. Innanzitutto respira e prenditi il tuo tempo per parlare, nessuno ti corre dietro, non c’è fretta di esporre ciò che vuoi dire. Usa il silenzio (mentre fai una pausa o mentre il pubblico fa domande, ad esempio) come momento per respirare e riprendere contatto con il tuo corpo. Se sei emozionato, ammettilo senza problemi al tuo pubblico. E’ un modo per renderlo partecipe del tuo stato d’animo, gli permette di entrare in empatia con te, di non vederti come il maestro o come il vip della situazione, ma come uno di loro che condivide il frutto del suo lavoro. Ed è ovvio che ciò generi un’emozione senza pari. Il pubblico sarà perciò dalla tua parte, e quella stessa emozione che ti bloccava diverrà risorsa per aprirti e parlare senza problemi.

5- Leggi, leggi, leggi! E’ il tuo romanzo, è la tua opera, parla con le parole che tu le hai attribuito. Comprendo perfettamente la timidezza, la paura di impappinarsi (io già sono terrorizzato all’idea di dover scegliere una parte del libro e di doverla persino declamare). Ma solo tu puoi scegliere e leggere una parte che consideri significativa del romanzo. E il lettore apprezza la viva voce del lettore, più che la voce di un terzo che legge il tuo libro (a meno che non sia un attore, in grado di dargli la giusta tonalità). E poi solo tu che l’hai scritto puoi dare il pathos giusto a quel brano e mostri di voler effettivamente condividere con il pubblico ciò che hai scritto. Ci metti la faccia, come si suole dire, e anche la voce, senza nasconderti dietro a terzi 😉

Questi i consigli che ti do, che ho sperimentato in situazioni passate e che si sono rivelati ottimali, o che ho appreso o riformulato leggendo i consigli di chi se ne intende (es. Emanuele Properzi). Li ri-testerò per Roma, Firenze e Napoli e ti farò sapere. Naturalmente se hai altri consigli da condividere con me e con gli altri sarò ben felice di sentirli 😉

Un saluto!

GGB

Selvaggia: essenza e apparenza.

Un uomo non è del tutto se stesso quando parla in prima persona. Dategli una maschera e vi dirà la verità.

Oscar Wilde

Caro Visitatore,

dopo molto tempo, riprendo a parlarti di Selvaggia, i Chiaroscuri di Personalità e come sempre delineo le tematiche ad essa legate.

Quasi un mese fa ho postato questo articolo sulle sfumature e i chiaroscuri presenti nel romanzo, e ho fatto un riferimento alla tematica dell’essere e dell’apparire. Mi è venuta in mente mentre scrivevo…

Tenere un blog e scrivere aiuta ad effettuare un’utilissima meta-riflessione, o riflessione di secondo livello, da cui nascono sempre nuove sfumature su ciò che abbiamo pubblicato. Credo che sia un processo riflessivo tendente all’infinito, possibile grazie allo scrivere: presto ti posterò anche un interessante articolo in merito al potere terapeutico della scrittura 😉

Apparire ed essere: come si lega al mio romanzo? La protagonista soffre di un disturbo di doppia personalità e ha una duplice veste, quella di Martina (timida, chiusa, scontrosa) e quella di Selvaggia (aperta, solare, dark). Potremmo dire che il mio personaggio è Martina (perché così è nata) ma appare come Selvaggia.

Apparire si lega alle varie maschere che quotidianamente portiamo; immagino tu sappia, caro Visitatore, che la società stessa, spesso, ci impone di apparire, rinunciando in pubblico al nostro essere reale che spesso sacrifichiamo in nome di una convivenza civile.

Freud diceva che spesso sublimiamo i nostri desideri e le nostre pulsioni per il quieto vivere. Naturalmente ti cito il padre della psicoanalisi come esempio più estremo: lui parla della totale rinuncia alle pulsioni sessuali estreme e all’aggressività, all’Eros e al Tanatos, scaricate in forme di arte e di altre attività, per poter far sopravvivere a società stessa. Una maschera di totale rinuncia, dunque.

Nelle forme meno estreme tendiamo semplicemente a dare la migliore immagine possibile di noi stessi, a volte costruendola totalmente da zero.

Per fare un esempio “psi”: di fronte ad un test, o ad un questionario o ad un semplice colloquio (clinico o di ricerca che sia), è stato dimostrato come le persone tendano a fornire l’immagine migliore di sé, in virtù della desiderabilità sociale. E’ ovviamente una variabile di cui il ricercatore o lo psicologo devono necessariamente tenere conto per mantenere un alto livello di validità dei dati raccolti. In questo caso però la maschera indossata non copre in toto la persona, e non è costruita dal nulla.

Si offre solo l’immagine migliore di sé stessi e dunque la maschera, (l’apparire), occulta unicamente quello che la persona percepisce come negativo per l’altro e per la società, mostrandosi leggermente migliore di come è realmente.

Nei casi più estremi annulliamo il nostro sé (il nostro essere) apparendo come persone totalmente diverse dal solito.

E’ il caso di Selvaggia, se ipotizziamo che la maschera, che indossa per via della doppia personalità, le sia necessaria per la stessa sopravvivenza sociale.

Martina è fragile, insicura, chiusa, introversa e scontrosa. Nei panni di Selvaggia appare forte, determinata, estroversa e socievole. La maschera di cerone, trucco, parrucca e vestiti scuri, che separa il suo essere dal mondo, la rendono una persona del tutto diversa, che sa stare in relazione con l’altro e con la società più in generale, che sa mostrare odio e amore, che sa avere interazioni sociali positive.

Credo che a questo punto, caro Visitatore, Selvaggia possa diventare a tutti gli effetti uno stimolo per riflettere sulle maschere che ciascuno di noi porta, sul grado di essenza e apparenza che ognuno di noi trasporta con sé nel suo viaggio di vita.

Se sei un autore emergente, puoi spingerti anche oltre, rileggendo i tuoi scritti e riflettendo su quante maschere porti con te e riversi su essi. Nelle tue storie, nei tuoi racconti, nei tuoi romanzi, utilizzi ciò che scrivi, le tue metafore, i tuoi personaggi, per mascherare il tuo vero essere o è proprio lo scrivere che fa crollare le maschere che indossi?

Nella tua scrittura c’è essenza o apparenza?

Ci avevi mai pensato? 😉

GGB

La presentazione dei personaggi di Selvaggia: la protagonista.

Veniamo ora all’ultimo personaggio del romanzo, probabilmente il più complesso, e a mio avviso il più affascinante: Selvaggia.
Ho già descritto la componente di Martina, ora riprendo questo personaggio descrivendolo nelle sue vesti dark (che fatica rendere conto di una doppia personalità! :P)

La prima parola chiave è socievolezza: a differenza di Martina, Selvaggia non è chiusa al mondo circostante. Bensì ama avere rapporti sociali, talvolta fino all’estremo, fino al concedersi a perfetti sconosciuti. Similmente a Martina non ama i legami continuativi: è aperta, solare, socievole, ma non si incastra in relazioni durature. Daniel rappresenterà l’unica eccezione.

La seconda parola chiave è libertà: Selvaggia per il mondo non esiste, non ha un carta d’identità che legittima la sua esistenza. Questo la rende libera, spesso sfacciata, violenta, e priva di freni inibitori, l’esatto opposto di Martina. Questa è la costante che la fa sistematicamente cacciare nei guai.

La terza parola chiave è dark: Selvaggia ama tutto ciò che è nero, tutti i monili che richiamano la morte e l’oscurità, sebbene ciò cozzi enormemente con la sua solarità.

La quarta parola chiave è patologia: se Martina ha i suoi problemi, Selvaggia non è da meno (aggiungerei: ovviamente!, essendo la stessa persona scissa). A differenza di Martina però, sarà proprio Selvaggia a dar voce alla patologia, a giustificare e narrare a Daniel in cosa consiste la sua doppia personalità, a far entrare il giovane nel suo mondo scisso.

La quinta parola chiave è dunque consapevolezza: Selvaggia si è costruita un mondo paradossale, incredibile, di cui però è perfettamente consapevole. Non sbaglia un colpo, non cade mai in inganno; non avrà mai anche solo un lapsus che la tradisca sull’irrealtà della sua situazione. Si è creata questo mondo, in cui sta bene e che cercherà di proteggere e conservare fino all’estremo.

La sesta parola chiave è fascino: ovviamente io sono l’autore, quindi il mio giudizio conta fino ad un certo punto, perché di parte, ma nel descrivere Selvaggia ho sempre goduto del fascino di questo personaggio, sensuale sia nel modo di vestire, che negli atteggiamenti, che nel parlare.

Questa è in sei parole chiave la complessità di Selvaggia, il resto… lo dovete scoprire voi lettori 😉

GGB

La presentazione dei personaggi di Selvaggia: Daniel.

Ho pensato che in questo blog mancasse qualcosa in merito al libro Selvaggia, i Chiaroscuri di Personalità: la presentazione dei personaggi.
Nei prossimi post cercherò di fare ammenda presentandone uno ad uno. 😉

Il primo è Daniel, quello di cui in genere alle presentazioni parlo di meno… Chissà perché poi?
È il vero protagonista della storia, colui che il lettore segue per tutta la durata del romanzo, essendo la telecamera dietro di lui.

Timido, talvolta impacciato, razionale e socievole, ecco come si presenta il ragazzo. Ama suonare la chitarra e vivere in modo lineare, nella sua classica anormalità, che non concede spazio a colpi di testa, a sconvolgimenti improvvisi, quelli dove verrà invece condotto da Selvaggia.

Vediamo qualche parola chiave che si lega al ragazzo.
Daniel rappresenta la semplicità, contrapposta alla complessità della figura di Martina-Selvaggia. Al tempo stesso rappresenta la razionalità, contrapposta all’irrazionalità delle due ragazze, per le quali cercherà di diventare una sorta di ponte, di unificatore di due parti scisse di un unico corpo.

Ma non aggiungo altro, per non fare spoiler. 😀

Dirò solo quello che traspare già dall’anteprima del libro.

Selvaggia, non rendendosi (o non volendosi rendere conto?) che il ragazzo conosciuto al Jungle altri non è che lo stesso ragazzo compagno di università di Martina, inizierà un flirt con lui, per un’unica sera.

Daniel non tarderà a notare il legame tra Martina e Selvaggia, e ciò costringerà la ragazza a dare spiegazioni, scegliendo la via della rivelazione, proteggendosi con cinque regole che lei stessa imporrà al ragazzo. Daniel diverrà così una sorta di diario su cui la ragazza segnerà la sua storia, in buona parte illogica e irrazionale.

Solo la pazienza del giovane potrà servire a contenere tanta illogicità; una su tutte (sempre senza fare spoiler): Selvaggia parlerà di Martina in terza persona, alzando dei veri e propri muri tra lei e la ragazza, e rendendo questa dicotomia tra i suoi due Sé ancora più profonda.

Un ulteriore parola chiave per descrivere il giovane è amore. Riprendo le parole che mi ha un giorno Alessandro Vizzino, autore di SIN e de La Culla di Giuda, mi scritto su un commento su facebook. “Daniel è capace di vero amore”.

E’ positivo essere riusciti a trasmettere questa considerazione sul modo di amare del ragazzo, perché l’amore è proprio il sentimento che Selvaggia riuscirà ad insegnargli, pur senza rendersene conto.

Proprio a lui, che nell’amore non crede e lo considera un legame fragile, destinato a distruggersi, diverso dall’amicizia, che è come una catena di ferro che lega due persone. Passerà dunque dalla razionalità all’emozione irrazionale, matto, che fa fare tutto.
(Quando sei innamorato pazzo fai questo ed altro, dirà Daniel).

Ultima parola chiave credo che sia Sé ideale. In molti mi chiedono se la storia è reale e soprattutto se sono io Daniel. Alla prima domanda non rispondo, lo lascio immaginare al lettore, alla seconda rilascio solo un sincero… magari!

Magari avere un carattere come quello di Daniel, spontaneo e sincero. Magari saper andare in motorino (sono negato), e saper suonare la chitarra (non ho mai avuto tempo per imparare). Magari avere la sua pazienza e la sua capacità di cavarsela in ogni situazione.

E’ indubbio che Daniel sia il personaggio che sento più vicino, e che molte situazioni e persone accadute o incontrate, le ho vissute in prima persona. Ma non ho tracciato il mio carattere, né ho vissuto io stesso un incontro con un personaggio come Selvaggia (anche lì… magari!).

Direi che Daniel sia più il mio Sé ideale, quello che vorrei essere, con quel carattere puro e sincero, così difficile da trovare. E che francamente non credo che sarò mai 😉

 GGB

Sfumature e Chiaroscuri nel romanzo “Selvaggia”

Volevo inizialmente tracciare Martina e Selvaggia come due entità ben separate tra loro, uniche, ben marcate e tratteggiate. Spesso Selvaggia ripeterà a Daniel che è diversa da Martina, parlandone in terza persona e spingendo il ragazzo a fare lo stesso.

Andando avanti però mi resi conto che la linea di demarcazione, cosi nettamente da me marcata,  andava via via sfumando nel corso della stesura del romanzo. Una volta concluso, capii che avevo creato diverse sfumature, dei continui chiaroscuri dei personaggi, alcuni dei quali individuati dagli stessi lettori, dopo la pubblicazione.

Quanto cresce un romanzo quando, venuto al mondo, si nutre voracemente delle interpretazioni dei lettori, modificando la sua fisionomia!

Il chiaroscuro da me individuato e descritto è quello più diretto, evidente, tra Martina (il chiaro) e Selvaggia (lo scuro). In mezzo varie sfumature come la copertina mostra.

C’è poi un secondo chiaroscuro, suggeritomi da alcuni lettori, che è persino capovolto. È davvero Selvaggia la parte oscura di Martina? Non è piuttosto l’inverso? Non è forse Selvaggia la parte più viva e solare (dunque chiara) di un corpo che con la sola Martina, chiusa, inespressiva, isolata (scura), morirebbe?
Solitamente ho notato che ci sono due fronti : chi ama Martina e non sopporta Selvaggia, vede la prima chiara e la seconda scura. Chi, all’inverso, nutre una simpatia per Selvaggia, la vede come la parte chiara.

Naturalmente non mi schiero con nessuna delle due posizioni, anche se ho una mia personale idea, in parte diversa da quella di partenza, costruita assieme ai lettori con cui ho avuto il piacere di scambiare opinioni.

Alla prima presentazione fatta nel 2011 alla libreria koob, riflettendo su come presentare i personaggi principali, ho individuato un terzo chiaroscuro, che prima mi era poco chiaro.

Apro una piccola parentesi in forma di domanda: è possibile che ci siano delle cose che sfuggono all’autore? Non ha forse il controllo di tutto? No, non è cosi. Un autore narra una storia, ha in mente una traccia, crede di sapere tutto sul suo libro. Poi scopre di aver scritto molto di più, che i suoi personaggi crescono con le opinioni dei lettori, con la rilettura che lo stesso autore fa dopo la pubblicazione. Vivono quasi di vita propria: Renzo e Lucia dei Promessi Sposi non furono concepiti da Manzoni cosi come oggi li conosciamo. Sono il frutto di mille interpretazioni che gli studiosi ne hanno fatto e che i milioni di lettori fanno ogni giorno, leggendolo. Quante di queste interpretazioni furono volute e quante non volute, o almeno non furono cosi lampanti, per lo stesso Manzoni?

Torno al terzo chiaroscuro, quello interno alla stessa Martina e alla stessa Selvaggia. Essendo due personalità distinte anch’esse, come tutti noi, hanno un lato oscuro e uno chiaro e mille sfumature interne.

Martina ha una parte chiara, evidente, data dal suo aspetto fisico (mi viene ora da dire, dal suo apparire) dal suo essere bionda, vestita sempre con colori pastello. Tale parte chiara cozza enormemente con la sua oscurità interna (col suo essere), che la chiude al mondo, isolandola. Diversamente Selvaggia appare oscura, dark, tetra, inneggiante la morte, le tenebre ma il suo essere è solare, socievole, aperto alla vita (seppur sbandata)  e alle relazioni.

Chissà quante altre sfumature di chiaroscuro potrete trovare voi, leggendo il romanzo. Se volete, scrivetemele qui sotto come commento o alla mia mail 🙂

GGB