La mia recensione a “I tre druidi”, di Stefano Tomei

copertinaCaro Visitatore,

oggi voglio presentarti uno splendido fantasy, che mi ha permesso di conoscere il talento del suo autore, Stefano Tomei, I tre druidi, primo libro della saga di Dorpalan.

Dire che mi ha letteralmente incollato alle pagine, è poco.

Chi è l’autore?

Classe 1987, autor di Lucca… e se avete visto questa città con le splendide mura coperte di verde, o vi siete una sola volta affacciati al Lucca Comix… beh, potete solo immaginare che ispirazione possa avere questo ragazzo 😉

Dove puoi trovare il libro?

Puoi acquistarlo da questo link

La mia recensione:

Caro Stefano,

ho contravvenuto a quanto ti ho detto nelle mail precedenti, leggendo il tuo romanzo ben prima dell’estate.

Sono rimasto davvero molto colpito in positivo, avrai senza dubbio la mia recensione, magari proprio queste parole, che spero rendano l’idea di quanto ho provato come lettore.

Il primo commento è stato: “504 pagine?? E che avrà da scrivere?” Confesso però che più che la  la lunghezza, ciò che mi sconvolgeva di più era leggerle sul cellulare (che non brilla di comodità, specie quando sei alla fine del romanzo e occorre scorrere tutte le pagine per riprendere da dove avevi interrotto).

504 pagine di un romanzo che ti volano sotto gli occhi per la loro scorrevolezza, mostra la tua fluidità nello scrivere e non è cosa da poco.

Ogni pagina e capitolo è essenziale alla storia, e come lettore ne vorresti altre 500 per continuare a leggerlo, visto il coinvolgimento che comporta.

E vengo dunque alla storia. Nel complesso non c’è mai un momento di noia, il romanzo ti cattura dall’inizio alla fine.

Non avendo coordinate iniziali per collocare il tuo romanzo, nelle prime pagine l’ho scambiata per una storia di vampiri, scoprendo poi con estremo piacere che era molto più ricco di elementi (dopo Twilight ormai c’è l’esplosione di fantasy aventi come protagonisti vampiri fighi e buoni O.o).

L’ispirazione proviene senza dubbio da Harry Potter, almeno nelle fasi iniziali (il suo essere orfano, il  personaggio buono che d’un tratto gli rivela di essere mago, il suo ingresso in accademia con acquisto iniziale del materiale, il preside che ricorda molto Silente, il mago cattivo strapotente come nemico).

E’ ispirato, ma è decisamente migliore di Harry Potter. Prendila con le pinze questa considerazione: è puramente personale e con questo non voglio dire che avrai fortuna certa, ma sei riuscito a catturare l’interesse di una persona che da Harry Potter non è mai stato colpito più di tanto.

Sono della generazione che nell’adolescenza è partita a seguire il piccolo maghetto ma ti dirò che, pur apprezzando l’idea, non mi ha mai appassionato più di tanto.

In questo periodo ho capito il perché, leggendo il tuo romanzo. Prima di tutto, i protagonisti son tutti adolescenti, alla ricerca della loro strada con i loro interrogativi sul fisico (mirabili le tante domande dell’amico Charlie sulla sua corporatura mingherlina), con il loro saper fare gruppo, con le loro scariche di testosterone alla ricerca del “più forte” (vedi il comportamento e la rivalità di Matt), con i loro amori.

C’è una cosa in particolare che mi ha colpito, e te ne do grande merito. Hai una gran cura dei personaggi, li fai vivere, sembra di vederli agire davanti agli occhi. I caratteri si delineano attraverso le loro azioni e impari ad amarli nel loro muoversi e nel loro agire, fino al punto di saper anticipare le loro battute,perché ormai vivi la storia con loro.

Stessa cosa accade per le situazioni che crei, da quella che ti tiene più in ansia perché vuoi sapere come va a finire, al quotidiano periodo scolastico.

Su quest’ultimo ti sottolineo di averlo amato più di ogni altro: sembrava di essere a scuola con Clark, di fare lezione con lui, di respirare l’aria del classico college americano, sotto forma di scuola di magia. Non vedevo l’ora di tornare a leggere

il tuo romanzo, per vivere con Clarck le amicizie, gli studi, le cotte adolescenziali, le rivalità e le stranezze di un mondo magico come quello di Dorpalan, dove davvero un terrestre come il protagonista, o come è il lettore, si chiede continuamente se è tutto reale. Devo confessare che ora come ora, mi manca, e spero tu abbia già scritto il secondo romanzo per poterlo leggere quanto prima.

Mi è dispiaciuto per il piccolo pirata (senza anticipare nulla) mi era simpatico 🙂

Altra nota di merito, il trionfo dell’amicizia che supera le diffidenze dell’appartenenza a razze diverse, il gruppetto che condivide la stanza è davvero particolare e pur mantenendo le loro differenze culturali, riescono a convivere pacificamente tra loro, facendo gruppo. Sai, in certi momenti ti piacerebbe tornare adolescente, trovare uno di quei portali e andare respirare con il gruppo l’aria da college che hai messo su. Ma come lettore, puoi accontentarti solo di immergerti nella lettura: questo per dirti che non è cosa da poco creare un romanzo che appassiona il lettore, lo coinvolge a tal punto da voler tornare a respirare l’atmosfera che crei.

Passo poi alla storia, avvincente nel mistero che crei, nell’adrenalina che crei nella conclusione della storia, nell’interesse che stimoli nel lettore.

Non vedo l’ora di leggere il secondo libro. Appena possibile, sarà un piacere pubblicare questa recensione sul mio blog.

In bocca al lupo per tutto, tienimi aggiornato sugli sviluppi  della trama 😉

 GGB

2 thoughts on “La mia recensione a “I tre druidi”, di Stefano Tomei

  1. Pingback: La mia radiointervista a Stefano Tomei, autore de “I Tre Druidi” | Il blog di Giovanni Garufi Bozza

  2. Pingback: La mia recensione a Stryx, di Connie Furnari | Il blog di Giovanni Garufi Bozza: romanzi, psicologia, recensioni e interviste radiofoniche

Lascia un commento